L'angolo dei ricordi






20 ottobre 2016

Buonasera Francesco, nel mio ultimo ritorno, nel mese di settembre, nella mia cara Reggio mi sono soffermato passeggiando sul Corso Garibaldi, davanti questo negozio con l'insegna Impero mobili antichi... ebbene non ho potuto fare a meno di ricordare che quando ero ragazzo in quei locali vi era l'Emporio RIBOTTA, punto unico di riferimento per noi e per i nostri genitori.
In quell'emporio Papà mi comprava i giocattoli(pochi ma amatissimi) e prima i palloni tutti bianchi dalle imprevedibili traiettorie e poi finalmente il primo pallone bianco e nero a scacchi precursore dei palloni moderni.Il cuore si è messo a battere più forte..solo chi lo prova può capire quali emozioni impagabili si vivono..
Un caro saluto da Genova
Giuseppe Rodinò 


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6 gennaio 2016

Reggio era... la befana...
Quando ero piccola c'era solo la befana per noi bambini e la aspettavo nel letto cercando di stare svegliaper vedere chi era e che aspetto aveva, ma il sonno aveva il sopravvento e mi addormentavo. Che bella sorpresa trovare la mattina dopo i giocattoli ai piedi del letto.
Antonietta Pugliatti
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2 gennaio 2015

Piazza Indipendenza

Quando ero bambina attorno alla metà degli anni '50, prima che in Piazza Indipendenza costruissero  ex Roof Garden e l'Hotel Excelsior, c'era un'ampia area verde recintata da un muro dove, per un certo tempo, c'è stato uno zoo. 
Piazza Indipendenza  anno 1954

Ero piccola ed ho pochi ricordi della visita che papà ci fece fare. Quello che mi è rimasto dentro è il ricordo di una specie di giardino dell'Eden, anche se con grandi gabbie- E' lì che ho visto per la prima volta leoni, orsi, scimmie ed uccelli esotici dai colori vivacissimi.
Era il tempo in cui a Reggio si facevano tante iniziative pubbliche; oltre ai Carri di Carnevale e di festa Madonna c'erano i carri dei fiori ed i carri dell'uva, la Fiera Agrumaria e le Fiere dell'Artigianato. Una Reggio Produttiva e, devo dire, anche elegante.
Nicolina Malara

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11 febbraio 2014

Il Carnevale

Carnevale era... un cappello da fata ed una bacchetta magica per le bambine ed un cappello da cowboy ed una cintura con la pistola giocattolo o la coroncina da indiano con le penne colorate ed un arco e frecce con le punte di gomma per i bambini...che bei ricordi!
Antonietta Pugliatti
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27 dicembre 2012

I giochi con “i nuciddi
Tra i giochi più classici del periodo natalizio e dei bambini di una volta(anni 50/60) c’erano quelli con le nocciole. Ogni anno nel periodo natalizio, non appena le botteghe si riempivano di frutta secca, i bambini si recavano in massa per acquistare le prelibate noccioline, trascorrendo metà della giornata in strada, nelle piazze, nei cortili e nelle case a giocare con ...“i nuciddi”.
Il gioco più tipico per i maschi era “i casteddhi”, per il quale servivano un bel po’ di noccioline. Questo consisteva nel “parare” le nocciole a castello, usandone tre come base ed una alla sommità, su una linea retta tracciata sul terreno. Ogni partecipante poteva avere due, tre o addirittura quattro castelli. Poi si stabiliva una distanza, per lanciare, a turno, “u baddhu”, la nocciolina più grossa che ogni bambino possedeva nel proprio sacchetto di stoffa. A seconda della mira e della bravura del giocatore, u baddhu colpiva i castelli e quelli abbattuti diventavano di proprietà del lanciatore. Era consentito anche avere un baddhu particolare, riempito con un po’ di piombo per colpire più facilmente il bersaglio, oppure una vera e propria biglia.
Casteddhi e Baddhu
Le bambine e i più piccoli giocavano a “cila, cileddu”, facendo rotolare le nocciole da una tavoletta inclinata, fatta di legno (io usavo il tagliere della mamma)o pezzi di cartone e appoggiata ad un tavolo o a un muro. Chi riusciva a mandarle più lontano o a colpire quelle degli altri partecipanti si portava a casa la vincita.

Era uno spasso giocare ai "nuciddi" ....! Come mi manca questo gioco, come mi manca la mia infanzia...I bambini di oggi che hanno giocattoli così tecnologici non sanno cosa si sono persi a non giocare ai nuciddi ...magari noi genitori potremmo insegnare loro questo gioco antico e tornare bambini facendo apprezzare così ai nostri figli le nostre buone e antiche tradizioni . 
Buone feste a tutti!
Antonietta Pugliatti
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6 agosto 2012 

                                    
Tutto il territorio circostante la Chiesa (edizione post terremoto), limitatamente al periodo post bellico (fino al 1954), fuori e dentro la Chiesa, è stato campo di scorazzamento della mia adolescenza.!!! A ridosso del Convento, in cima alla collinetta denominata “Bosco” (dial. Boscu) esisteva un rudere di Cappelletta (Cresjoleddha) (tre soli muri) dove probabilmente, in antichità, i fraticelli si soffermavano in preghiera e meditazione, mentre, a pochi metri, primeggiava un gigantesco Pino (dial. Pignara), entrambi scomparsi a causa di speculazione edilizia e abusivismo, certamente senza colpevoli.! All’interno della Chiesa esisteva un sarcofago marmoreo dove probabilmente vi erano i resti di un certo “Barone di Palizzi e Pietrapennata”, nonché le statue di San Francesco e Sant’Antonio, non trasferiti nell’attuale Basilica.!                                       
Bruno Giordano Bryh
                                        
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6 agosto 2012
Rievocando l’infanzia! 
Non avevo ancora nove anni. Con la famiglia eravamo sfollati a Straorino.! Il Ponte sul Torrente Annunziata, a qualche centinaio di metri dal Paesello, era stato fatto saltare dai tedeschi in ritirata, proprio la notte del 3-4 settembre 1943.! Eravamo appollaiati, al buio, insieme ad altri paesani, in un rifugio scavato nella roccia ad un centinaio di metri dal ponte.! La mattina del 4 settembre gli Angloamericani sono spuntati sulla strada, nei pressi di Santa Domenica, a meno di 50 metri (in linea d’aria) dal nostro rifugio.! In fondo, in uno spicchio dello Stretto di Messina, erano visibili migliaia di “palloni frenati”, ancorati ad altrettanti migliaia di natanti, tra i quali i celebri anfibi, grandi barche dotate di ruote per circolare sulle strade.! Qualche giorno dopo, su mie insistenze, mio padre mi portò in città e, ancora su mie insistenze, vissi, per qualche mese, da “scugnizzo” insieme ad alcuni militari (angloameriacani e prigionieri italiani di mia conoscenza) che occupavano la mia casa, divenuta quartiere operativo a causa del fatto che in precedenza era stata utilizzata dal ministero per la guerra per l'allevamento di colombi viaggiatori per uso bellico, praticamente di nessuna utilità. 
Ciao, ciao
Bruno Giordano Bryh

1 commento:

  1. Complimenti, posso usare la sua immagine del Duomo di Reggio prima del terremoto 1908 per un mio lavoro sulla Calabria? Grazie, Sara

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