lunedì 28 gennaio 2013

Scuola elementare B. Telesio - Post n. 1803

Scuola elementare "B. Telesio" RC
Classe Quinta a.s. 1972/1973
Immagine pubblicata da Pasquale Romeo sulla pagina facebook Reggio era...

Anno 1968 - Post n. 1802

Piazza Indipendenza

10 aprile 1947 - Post n. 1801

Aeroporto di Reggio Calabria
Foto ricordo del primo volo civile

domenica 27 gennaio 2013

14 agosto 2012 - Post n. 1800

Flavioli
Scilla
Immagine di Francesco Luigi Chirico

Scuola media "Spanò Bolani" (RC) - Post n. 1799

Scuola media "Spanò Bolani" (RC)
Classe Prima sez. A  a.s. 1972/1973
Immagine pubblicata da Massimo Iacopino sulla pagina facebook Reggio era...

Scuola elementare "Edmondo De Amicis" - Post n. 1798

Scuola elementare "Edmondo De Amicis" RC
Classe Prima a.s. 1967/1968
Immagine pubblicata da Massimo Iacopino sulla pagina facebook Reggio era...

venerdì 25 gennaio 2013

Scuola elementare "Galluppi - Frangipane" - Post n. 1797


Scuola elementare "Galluppi-Frangipane" (RC)
Classe Quinta sez. G  a.s. 1979/1980

Immagine inviata per la pubblicazione da Laura Vita

Anno scolastico 1967/1968 - Post n. 1.796

ITIS "A. Panella" (RC)
Classe Quinta sez. C Elettrotecnici
a.s. 1967/1968
1 luglio 1968 iniziano gli esami di Stato.
Immagine pubblicata da Pino Ripepi sulla pagina facebook Reggio era...

giovedì 24 gennaio 2013

Lido Cenide - Post n. 1795

Lido Cenide
Villa San Giovanni

Cinquefrondi - Post n. 1794


Narra la leggenda che il paese di Cinquefrondi sia sorto durante la splendida epoca della Magna Grecia, e in particolare grazie ai locresi che, nel quinto o nel quarto secolo avanti Cristo, molte volte lasciarono i loro territori sulla costa jonica, per venire a curiosare in quest’altro versante della costa calabrese. 
I locresi  non edificarono un centro urbano, perché il nucleo abitato vero e proprio del futuro paese quasi certamente ebbe origine qualche secolo dopo la nascita di Cristo. I locresi invece costruirono due templi pagani, uno, si dice, in onore delle Muse e l’altro della dea Proserpina. Non sappiamo invece con precisione se questi due templi furono costruiti nello stesso periodo o meno. Sappiamo invece, sempre secondo quanto ricorda la tradizione, che questi templi, di cui pure riferiscono in vario modo alcuni autori dei secoli scorsi, scorsero uno su un pendio nei pressi della fiumara (quello dedicato alle Muse) e l’altro nello stesso posto ove oggi sorge la Chiesa del Rosario. Il tempio delle Muse era probabilmente destinato a forme di culto discrete o rare, come testimonierebbe il fatto che venne costruito in una località che perfino oggi, che esistono le strade e le automobili, è difficile da raggiungere. Quale che fosse la ragione per la quale il luogo sacro fu costruito su quell’ inospitale pendio, certo è che il tempio rimase isolato perché proprio la natura del territorio circostante impediva, come impedisce ancora oggi, qualunque insediamento urbano degno di tal nome. Il luogo dove, secondo la tradizione, sorgeva il tempio, è ben visibile dalla superstrada che collega jonio e tirreno, appena fuori di Cinquefrondi in direzione nord. Ne sono testimonianza i ruderi di altre costruzioni che su quel luogo sacro sarebbero sorte in epoche successive e in qualche modo giunte fino a noi. A riprova del fatto che la leggenda dei greci ha un qualche fondamento reale c’è una testimonianza linguistica significativa: tutta l’area nei dintorni del luogo, dove sarebbe sorto il tempio delle muse, ancora oggi viene indicata con il termine dialettale “musucampu” , che vuol dire appunto zona delle Muse o campo delle Muse. 
Il tempio dedicato a Proserpina, oltre che un sito sacro, rappresenta anche una sorta di punto d’incontro per le genti dell’epoca, tanto che attorno ad esso sorse un piccolo nucleo abitato. La tradizione vuole che il quartiere attorno all’attuale Chiesa del Rosario sia il più antico di Cinquefrondi. 
Di questi due templi pagani si parla spesso nelle storie e nelle memorie cittadine. Si ricorda infatti che sulle rovine del tempio delle Muse, nel quarto o nel quinto secolo dopo Cristo sorse un convento per molto tempo retto dai monaci basiliani, fra i quali visse San Filippo D’Argirò. Il convento, sembra, fu abbandonato intorno alla metà del settimo secolo. Non era ancora tramontato il medioevo che probabilmente altri monaci andarono a stabilirvisi. Fra abbandoni e rinascite, la vita del convento cessò definitivamente nel febbraio del 1783, quando fu distrutto dal terremoto che colpi la Calabria e Cinquefrondi in particolare che fu rasa al suolo e subì 1343 morti. Il convento, ancora oggi erroneamente indicato come quello di San Filippo, da allora non è più stato ricostruito. Oggi ne rimangono alcuni ruderi parzialmente coperti da sterpaglia. Si sono conservati fino a noi alcuni muri perimetrali, una scalinata, una parte del pavimento e una sorta di grotta, forse luogo di preghiera. 
Analoga sorte subì quasi certamente il tempio di Proserpina che, in epoca cristiana, non fu distrutto ma riadattato alle esigenze della nuova fede religiosa e trasformato in chiesa. Naturalmente non c’è alcuna fonte che ci dica quando ciò accadde. Come si vede, fra un avvertimento e l’altro, di cui la tradizione riferisce, corrono anche molti altri secoli di differenza, lasciano vuoti enormi nella memoria delle vicende cittadine, che probabilmente nessuno colmerà mai. Un’altra delle storie che si narrano con passione riguarda l’origine del nome “Cinquefrondi” , che si vuole dovuto ai cinque villaggi che in epoca imprecisa probabilmente medioevale, si riunirono, forse per difendersi da un comune nemico. I nomi di questi cinque villaggi, ognuno dei quali votato ad un santo, erano: San Demetrio, San Pantaleone, San Lorenzo, Santa Maria e Sant’Elia. Un fatto che immediatamente colpisce la curiosità di chi si interessa delle storie e memorie cinquefrondesi è che nella tradizione urbana culturale e linguistica dell’attuale paese non vi è la minima traccia di questi villaggi e solo per tre di essi si può parlare di riferimenti lontani e indiretti. Per esempio, di San Pantaleone, Sant’Elia e San Lorenzo non solo si ha una traccia circa le loro possibili ubicazioni reali, ma nella memoria onomastica del paese non compaiono mai i nomi di Demetrio, Elia o Lorenzo. Se anche fossero scomparsi eventuali ruderi o documenti comprovanti tempi e modi di esistenza dei villaggi, almeno un nome di persona sarebbe dovuto giungere fino a noi.  Con il nome di Santa Maria oggi viene indicato, invece, un antico quartiere del paese, mentre unica discendenza di San Pantaleone è il nome di una contrada, lontana dal centro abitato, denominata in dialetto “Santu Pantu”. Di San Lorenzo esiste invece solo un altarino (o edicola) in Piazza Marconi. La tradizione riferisce di un Sant’ Elia che sarebbe vissuto in un monastero ubicato nelle campagne al confine fra l’attuale territorio di Cinquefrondi e quello di San Giorgio Morgeto. Ma questo Sant’Elia non c’entra con il villaggio che portava lo stesso santo. Un’altra tradizione vuole poi che uno dei cinque villaggi fosse dedicato a San Leonardo anziché a Santa Maria. Collegata alle leggende dei villaggi c’è quella muraglia, quasi certamente un castello, sorto forse in epoca medievale nei pressi dell’attuale Chiesa del Carmine, in quella zona del paese ancora oggi denominata “castello”. La storia del castello ha maggiori riscontri rispetto a quella dei villaggi, non solo perché diversi autori del passato ne riferiscono descrivendone anche l’aspetto in modo più o meno particolareggiato (d’altronde siamo anche più vicini nel tempo), ma anche perché c e una zona del paese , proprio all’esterno di quella che potrebbe essere la cinta muraria del castello, denominata “arretu a li mura” (letteralmente “dietro le mura” o “fuori le mura”). Di per sé questa non è una testimonianza definitiva e diretta dell’esistenza e dell’ubicazione del castello, ma certo indica con chiarezza che una parte del nucleo urbano risiedeva al di fuori del castello, appunto, o forse in un centro abitato vero e proprio, al quale un residuale muro di un vecchio castello faceva da margine. Un’altra delle storie che si tramandano sostiene poi che in quella parte dell’abitato vivessero gli ebrei, scacciati dal paese vero e proprio, e che la denominazione “arretu a li mura” marcasse il senso di esclusione e di emarginazione cui gli ebrei erano costretti dagli altri abitanti di Cinquefrondi. Di tutte queste storie, naturalmente, non ci sono tracce documentali. Con le storie e leggende ci fermiamo qui. Crediamo sufficiente aver dato un’idea delle lontane e controverse origini di questo paese e di quelle che, forse arbitrariamente, abbiamo ritenuto le più significative fra le vicende che la tradizione popolare e orale, talvolta anche testi scritti, hanno tramandato fino a noi, e chissà con quante variazioni. Di sicuro, la storia anche lontana di Cinquefrondi non deve essere stata troppo differente da quella dei nostri tempi. Nel senso che è una storia fatta di persone comuni, di famiglie, soprattutto di contadini, oggi anche di studenti, impiegati e commercianti. Ma è fondamentalmente una stona attraversata dalla semplicità e dalla povertà, dai sacrifici e qualche volta dal benessere, sempre dalla fatica. Non può essere taciuto che da qui sono passate generazioni di uomini e donne che, neI silenzio dell’anonimato e senza le pretese di mutare il corso dei tempi, hanno fatto la loro parte nella storia del mondo. Hanno lavorato ed amato, hanno arato la terra ed edificato. Hanno sofferto l’ira della natura e quella delle genti vicine. Hanno ricostruito il loro paese dopo ogni calamità, ne hanno conservato con cura le sue case, le sue chiese e le sue vie, consegnandolo un po’  alla volta fino a noi, ultimi arrivati, cui spetta ora il gravoso compito di conservarlo bene per coloro che verranno.
Dal volume
"Cinquefrondi - Storie e leggende"
di Francesco Gerace

mercoledì 23 gennaio 2013

Anno scolastico 1979/1980 - Post n. 1793

Liceo classico "Tommaso Campanella"
Classe Quinta (Terzo liceo) sez. A
a.s. 1979/1980
Immagine pubblicata da Giuseppe Scordino sulla pagina facebook Reggio era...

Scuola media "Spanò Bolani" - Post n. 1792

Scuola media "Spanò Bolani"
Classe Prima a.s. 1970/1971
Immagine di Minuto Maria

martedì 22 gennaio 2013

Anno scolastico 1974/1975 - Post n. 1791

Scuola Media "Spanò Bolani"
Classe Terza sez. A  a.s. 1974/1975
Immagine pubblicata da Giuseppe Scordino sulla pagina facebook Reggio era...

Famiglia Cuzzucli - Post n. 1790


Immagine pubblicata da Francesco Calarco sulla pagina facebook Reggio era... e commentata così da Giuseppe Cuzzucli:
"Io Giuseppe Cuzzucli sulle ginocchia di mia nonna Saveria Chiriaco, a sinistra mia sorella Rosa Cuzzucli, dietro mia mamma Francesca Chiriaco, davanti a mia madre le mie 2 sorelle Carmela e Serafina Cuzzucli che ancora oggi vivono a San Francisco California".


Anno scolastico 1977/1978 - Post n.1789

Scuola elementare "Giosuè Carducci"
Classe Quarta sez. F  a.s. 1977/1978

Insegnante maestra Santoro

Immagine pubblicata da Francesco Fotia sulla pagina facebook Reggio era...

domenica 20 gennaio 2013

Istituto Magistrale Tommaso Gullì - Post n. 1788

Istituto Magistrale "Tommaso Gullì"
Classe Seconda sez. E a.s. 1991/1992
Immagine inviata da Raffaella Santoro nipote del compianto prof. Domenico Licandro.

venerdì 18 gennaio 2013

Una delle foto che ha partecipato alla sesta edizione del Concorso fotografico - Post n. 1783

Colori di un tramonto sull'Etna
Immagine  di  Domenico Labate che ha partecipato alla sesta edizione del concorso fotografico "Grazie a Diu sugnu i Riggiu" organizzato da "Reggio era..."

Anni '60 - Post n. 1782

Gambarie in Aspromonte

giovedì 17 gennaio 2013

Il terremoto del 1908 . Post n. 1781

Accampamento della Compagnia
Allievi Guardia di Finanza di Maddaloni
presso la Stazione Succursale

La Colonia - Post n. 1780

Colonia ENPAS
Gambarie in Aspromonte

Sul libro - Post n. 1779


Ad un anno esatto dalla sua nascita, Reggio era... diventa grande, alcune delle immagini di antiche cartoline pubblicate sul Blog, sono state richieste da una casa editrice romana che ha pubblicato un volume commemorativo per i 150 anni della Camera di Commercio di Reggio Calabria.
Fa un certo effetto vedere l'indirizzo del Blog ed il mio nome stampato in un volume, saranno delle piccole cose per qualcuno ma per me è stata una grandissima soddisfazione.
Francesco Luigi Chirico

15 agosto 2011 - Post n. 1778


Immagine di Francesco Luigi Chirico

3 gennaio 1915 - Post n. 1777



Elenco delle nascite e dei morti, avvenute il 3 gennaio 1915 a Reggio Calabria pubblicato sul Corriere di Calabria. 

mercoledì 16 gennaio 2013

Una delle foto che ha partecipato alla sesta edizione del Concorso fotografico - Post n. 1776

Fontana Genoese
Arangea


Immagine di Giuseppe Chirico che ha partecipato alla sesta edizione del concorso fotografico "Grazie a Diu sugnu i Riggiu" organizzato da "Reggio era..."

Anni '50 - Post n. 1775

Villa San Giuseppe

Buon compleanno - Post n. 1774

   
        16 gennaio 2012 – 16 gennaio 2013

E’ passato un anno da quando ho postato la prima immagine sul Blog Reggio era… esattamente il 16 gennaio 2012 e mai al mondo avrei pensato che fosse visitato da tante persone.
In un anno  sono state postate esattamente 1773 foto, del passato e del presente, di Reggio Calabria e della Provincia. 
Tantissime di queste immagini mi sono state inviate dai fans che seguono il Blog e la pagina facebook, per questo motivo un sentito grazie a tutti coloro che hanno collaborato.
Grazie a Reggio era… tantissime persone sono riuscite a trovare vecchi compagni di scuola o di giochi tramite le foto scolastiche o di gruppo che sono state pubblicate sul Blog, a tante altre è venuto un tuffo al cuore rivedendo la loro città dell’infanzia, altri ancora hanno condiviso i loro ricordi facendoci rivivere particolari momenti. Personaggi dei tempi passati sono riaffiorati nella nostra mente attraverso le foto o qualche video.
Sorridiamo, provando una certa emozione,  guardando i filmati della città degli anni ’20 – ’30 in cui i nostri nonni vanno al mare o ballano la tarantella, filmati di cui pochissime persone sapevano l’esistenza.
Ho ricevuto anche tante richieste, da persone che hanno dovuto lasciare la nostra terra,  di scatti di particolari zone della città, richieste  che ho cercato di soddisfare con molto piacere, sapendo la felicità che avrei dato loro facendogli rivedere i luoghi della loro infanzia.
Ha avuto un grande successo anche il concorso   fotografico “Grazie a Diu sugnu i Riggiu”, giunto alla nona edizione, a cui hanno partecipato numerosi concorrenti che  ci hanno allietato con tantissime fotografie di Reggio e della sua Provincia scattate da dilettanti e da professionisti.
In un anno Reggio era… ha avuto oltre 168.000 visualizzazioni, quindi una media di circa 14.000 al mese  diventando, quindi,  uno dei Blog più visitati della città e uno dei più grandi, se non il più grande, archivio di immagini della nostra tanto amata Reggio Calabria.
Spero che Reggio era… aiuti i reggini a conoscere meglio e ad amare la loro città perché soltanto amandola potremo aiutarla ad uscire dal tunnel in cui si trova, la luce dell'uscita è molto lontana ma, se ci sarà l’amore di tutti noi reggini, la nostra Reggio rinascerà più bella di prima, AMATE LA VOSTRA CITTA'.

Un invito a tutti:
inviate le vostre foto dal pubblicare, farete felici tante persone.
L'amministratore
Francesco Luigi Chirico

martedì 15 gennaio 2013

Anni '60 - Post n. 1773

Gambarie in Aspromonte
Immagine pubblicata da Antonietta Pugliatti sulla pagina facebook Reggio era...

domenica 13 gennaio 2013

Anno scolastico 1970/1971 - Post n. 1772

Scuola elementare "Giosuè Carducci"
Classe Quinta a.s. 1970/1971
Immagine pubblicata da Marcello Pagano sulla pagina facebook Reggio era...

Anno 1971 - Post n. 1771

Gambarie in Aspromonte

Estate 1968 - Post n. 1770

Panorama
Ringrazio calorosamente Attilio Bandiera per avere condiviso con noi questo filmato dell'estate 1968 dove è possibile vedere la città e alcune zone periferiche. 
Le riprese sono state effettuate da un piccolo aereo da turismo.




venerdì 11 gennaio 2013

15 maggio 1964 - Post n. 1766

O.ME.CA
Dal Cinegiornale del famoso Istituto Luce, un filmato del 15 maggio 1964 parla delle officine O.ME.CA.
Nacquero nel 1961 nell'ambito dell'operazione di decentramento produttivo voluto dai governi del tempo per dare sviluppo dell'occupazione del mezzogiorno.
Nel 1968 passò all'Efim divenendo, negli anni ottanta, il fulcro economico della zona con l'occupazione di circa 600 dipendenti.
La O.ME.CA ha costruito, tra l'altro, 20 casse di elettrotreni ETR 450, un buon numero di locomotive diesel-elettriche FS D.345 e automotrici AL n 668 gruppo 3000 delle Ferrovie dello Stato.
In seguito alla crisi che negli ultimi anni ha colpito il settore delle costruzioni ferroviarie e che ha fatto balenare la prospettiva di un ridimensionamento dell'intero gruppo e della chiusura dello stabilimento, sono state tentate varie iniziative per la valorizzasione ed il rilancio dello stabilimento. Dopo varie trattative ed incontri, nel mese di marzo 2010 è stato firmato un protocollo d'intesa, presso il rettorato dell'Università Mediterranea tra la Regione, l'AnsaldoBreda, l'ateneo reggino e l'Università di Cosenza. L'obiettivo è quello di trasformare lo stabilimento in un Polo tecnologico per la ricerca e l'innovazione che risponda alle esigenze di crescita aziendale.
Per vedere il video Clicca qui

giovedì 10 gennaio 2013

2 febbraio 1913 - Post n. 1765


Articolo pubblicato sul settimanale "Il Fulmine" il 2 febbraio 1913 dove si critica il passaggio dei tram ogni 5 minuti perchè disturba la gente sul Corso Garibaldi.

mercoledì 9 gennaio 2013

Una delle foto che ha partecipato alla sesta edizione del Concorso fotografico - Post n. 1764

Ultimi raggi sullo Stretto
Immagine di Antonella Musolino che ha partecipato alla sesta edizione del concorso fotografico "Grazie a Diu sugnu i Riggiu" organizzato da "Reggio era..."

Piazza Italia anno 1923 - Post n. 1763

Corso Garibaldi
Piazza Vittorio Emanuele II
(Piazza Italia) 

Fine '800 - Post n. 1762

Piazza Vittorio Emanuele II
(Piazza Italia)
Immagine pubblicata da Attilio Bandiera sulla pagina facebook Reggio era...

martedì 8 gennaio 2013

Anno 1909 - Post n. 1761

Corso Garibaldi
Macerie sul Corso Garibaldi dopo il sisma del 1908

Nona edizione del Concorso Fotografico "Grazie a Diu sugnu i Riggiu" - Post n. 1760



Ritorna il concorso fotografico "Grazie a Diu sugnu i Riggiu" con i vostri scatti di Reggio Calabria e Provincia, partecipate in tanti indicando il luogo, il titolo della foto e la volontà di voler partecipare al concorso. 
La foto più votata sarà la copertina per il mese di febbraio.
Per partecipare pubblicate sulla pagina una vostra foto  o inviatela (specificando in entrambi i casi: foto per il concorso) alla email:  reggioera@libero.it             entro il 25 gennaio 2013 alle ore 22,00.
Le foto pervenute (fino ad un massimo di cinque per concorrente) saranno pubblicate dal 26 gennaio e potranno essere votate fino alle ore 22,00 del 31 gennaio sulla pagina facebook Reggio era....
- La foto che avrà ottenuto più "mi piace" dai fans,  avrà assegnati 3 punti, la seconda 2 punti e la terza 1 punto;
- in caso di parità di "mi piace", le foto in questione avranno lo stesso punteggio;
- ogni membro della giuria potrà assegnare a tre foto 3 punti, 2 punti ed 1 punto;
- l'amministratore della pagina, Francesco Luigi Chirico, sarà il Presidente della giuria, non voterà e sceglierà la foto vincente soltanto in caso di parità di punteggio tra le prime.
PARTECIPATE ED INVITATE I VOSTRI AMICI A PARTECIPARE!!!

La più bella del 2012 - Post n. 1753

Chianalea...un Presepe sul mare
Immagine di Mallamaci Saverio che, oltre a vincere l'ottava edizione del concorso fotografico "Grazie a Diu sugnu i Riggiu", ha vinto anche la prima edizione del concorso fotografico"La foto più bella del 2012"

lunedì 7 gennaio 2013

San Paolo e Santo Stefano da Nicea - Post n. 1958


Le due statue di San Paolo e Santo Stefano da Nicea sono state realizzate dallo scultore polistenese  Francesco Jerace e posizionate sulla scalinata del Duomo nell'anno 1929.

Ufficio notizie di Reggio Calabria - Post n. 1957


In questa cartolina è ripreso l'interno del padiglione utilizzato dall'ufficio notizie durante la prima guerra mondiale.
Le impiegate avevano l'incarico di tenere informate le famiglie dei militari e quello di leggere e scrivere corrispondenza.
Nella parete l'immagine del Re Vittorio Emanuele II, il "Padre della Patria".

Dal libro: La ricostruzione dopo il baraccamento